Arte e Mecenatismo

La nostra Famiglia ha una vera e propria Passione per ogni forma d'Arte. Ci piace considerarci come un'azienda agricola ``sui generis``, dei piccoli mecenati contemporanei.

Amore per il territorio

Amare il proprio territorio di origine significa anche contribuire a renderlo più bello reinvestendo parte dei profitti per acquistare opere d’arte da collocare sugli altari degli edifici religiosi della comunità o promuovere iniziative di promozione culturale. Crediamo davvero nell’importanza di attuare delle azioni che stimolino e impattino sul tessuto socio-culturale della zona.

Nel 2019 abbiamo contribuito a far arrivare nella chiesa di Santa Maria del Bosco il dipinto di Gian Lorenzo Bertolotto Agar e l’Angelo, commissionando uno studio critico alla direttrice del Museo Diocesano di Genova, Paola Martini.

Un dono per Santa Maria del BoscoAgar e l’angelo di Gio. Lorenzo Bertolotto

Gio. Lorenzo Bertolotto (Genova, 1646-1720)
Agar e l’angelo
Dipinto ad olio su tela, cm 232 x142

Il dono di questo dipinto nasce dall’amore per un paese, per le sue radici, là dove la storia personale smette di essere la vicenda di un solo individuo e diventa parte della storia di un luogo; il dono nasce dal desiderio di restituire un po’ della bellezza di cui si è goduto perché anche altri possano amarla e riconoscerla.

La chiesa di Santa Maria del Bosco, la “cappella Soprana” dedicata alla Vergine era il cuore dei borghi sorti intorno; a prezzo di grandi sacrifici gli abitanti nel passato hanno voluto renderla bella, unica, la ‘loro’ chiesa, manifesto dell’attaccamento ad un territorio difficile, faticoso, ma anche, nel tempo, generoso con i suoi abitanti. Anni fa un furto privò la chiesa degli arredi antichi e il dipinto che Paolo Montanaro ha voluto donare è un modo per risarcire l’edificio e la comunità di quella ferita.

La storia di Agar e Ismaele, dipinta da Gianlorenzo Bertolotto (Genova, 1646 – 1720) è tratta dal libro della Genesi (16,1-25,12): Abramo e Sara, anziani e sposati da tempo, non avevano avuto figli e volendo dare una discendenza al marito, Sara gli concesse in moglie la schiava egiziana Agar. Quando la giovane rimase incinta di Ismaele iniziarono i primi contrasti tra le due donne che aumentarono con la nascita miracolosa di Isacco figlio di Sara: Agar infatti verrà allontanata con il figlio per non suddividere l’eredità paterna. Perdutasi nel deserto, senza provviste né acqua, accomodò sotto un cespuglio il figlioletto ormai stremato dalla fatica; udito il pianto del ragazzo e della madre, Dio rispose inviando un suo angelo che indicherà ad Agar dove trovare una fonte per dissetarsi, confermandole la Sua vicinanza e preannunciando che da Ismaele prenderà avvio una prestigiosa stirpe. Il dipinto racconta l’attimo della risposta di Dio alla supplica di Agar: mentre, accanto al figlio, attende la morte ecco che un angelo squarcia il buio della notte per indicare la sorgente d’acqua, la salvezza. Gianlorenzo Bertolotto dipinse questo quadro durante la sua maturità artistica, tra il 1685 e il 1690, pienamente padrone di un linguaggio barocco, teatrale e scenografico, con forti accenti luminosi che solcano il blu intenso della notte e conferiscono alla scena la drammaticità richiesta. La sua ricca produzione pittorica – dipinti e affreschi – si è suddivisa tra committenza aristocratica (tra cui le famiglie Durazzo, Spinola, Brignole) e religiosa, con opere dedicate a soggetti biblici e mitologici soprattutto di grande formato e molto scenografiche; in particolare Gianlorenzo Bertolotto è stato un artista eclettico, capace di sperimentare nuovi linguaggi espressivi per assecondare il vivace mercato artistico della seconda metà del Seicento genovese.

Il dipinto donato da Paolo Montanaro alla chiesa dell’Assunta è stato collocato sulla parete sinistra della navata.

Paola Martini
Direttrice del Museo Diocesano di Genova